lunedì 26 marzo 2012

SNAFU 2.0: VAN HALEN - “A Different Kind Of Truth”

Il 2.0 ci mette in contatto con una vecchia conoscenza della caserma SNAFU...il soldato Cecchino Flavia ci invia questa recensione che amplifica gli orizzonti della nostra blogzine...proprio quello che vogliamo ottenere...qui si parla di tutto, il 2.0 non pone limiti.
Sebbene Pvt. Flavia non sia della 101esima, ma bensì dell'82esima, si pensa comunque di accoglierlo con calore...diamo inizio alle danze!


Interscope - 2012

È l’inizio del 1985, i Van Halen sono all’apice del successo e il loro disco 1984 (uscito il 9 gennaio 1984) ha scalato le classifiche. Tuttavia, di ritorno dal tour dello stesso anno, le tensioni artistiche e personali all’interno della band si acuiscono; da una parte David Lee Roth è scontento perché Eddie suona al di fuori della band senza chiedere il permesso agli altri membri del gruppo e fa abuso di alcool e droga, invece Eddie è stufo della personalità stravagante ed ingombrante di David. Agli inizi del 1985, mentre è ancora membro dei Van Halen, Roth fa uscire l’EP di successo “Crazy From The Heat”. Questa sarà la goccia che farà traboccare il vaso, e nel momento di massima popolarità la band licenzierà Roth.
27 anni dopo(senza contare la parentesi del 1996) la reunion tanto attesa è diventata realtà, e con “A Different Kind Of Truth” David “Diamond Dave” Lee Roth è di nuovo insieme ai fratelli Van Halen. Purtroppo al basso non troviamo il mitico Michael Anthony (chi si ricorda il suo basso a forma di Jack Daniel’s?) bensì il grassoccio Wolfgang Van Halen, figlio di Eddie (il nepotismo esiste dappertutto). Ci chiediamo tutti che senso ha una reunion del genere? Che senso ha un disco dei Van Halen nel 2012? Hanno ancora qualcosa da dire? 
Al primo ascolto sono rimasto piacevolmente sorpreso. “A Different Kind Of truth” è un album che scorre veloce e piacevole. Il disco suona compatto, energico e coinvolgente. La chitarra di Eddie suona fresca come non mai, sia riff che assoli sono semplicemente da pelle d’oca, il cantato di Diamond Dave è di nuovo al top, e la batteria di Alex da solidità al tutto. Come dichiarato da Roth, la maggior parte delle canzoni sono rielaborazioni di materiale inedito risalente a metà degli anni Settanta, agli inizi della band, e l’operazione sembra riuscita. Paradossalmente "Tattoo", traccia d’apertura nonché singolo estratto, suona un pò spento ed è il brano che convince meno. Con "She’s The Woman" l’album parte a razzo, il suo riff è accattivante, trascinante ed è impossibile non scuotere la testa. Le tracce successive sono tutte di alto livello e l’ascolto dell’album è in discesa; in "China Town" Eddie ci ricorda di essere uno dei re incontrastati della chitarra elettrica, "Blood and Fire" è una power ballad piacevole, non mancano pezzi decisamente aggressivi e hard rock al 100% come "Bullethead""As Is" "Out Of Space" e anche in chiusura con "Beats Workin’" l’album non perde intensità.
Insomma non saranno i Van Halen dei tempi d’oro sul Sunset Strip, e quest’album non aggiungerà molto ad una carriera vissuta ai massimi livelli, però Eddie & co. sono ancora in grado di farci divertire e sentire dischi come questo è sempre un piacere.

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